Carapelli: la sostenibilità diventa un valore condiviso
Pensando al futuro del nostro pianeta, la sostenibilità è ormai riconosciuta a livello globale come l’unica strada concretamente percorribile. Carapelli, azienda storica ma con un’anima sempre rivolta al futuro, ha voluto prendere parte attiva all’interno di questo importante processo realizzando un progetto innovativo e articolato che mira alla gestione sostenibile di tutte le attività di produzione di olio extra vergine di oliva. Il protocollo che sta alla base del progetto, particolarmente ampio e rigido nelle sue modalità, è stato pensato per coinvolgere tutta la filiera ed essere così anche una garanzia per il consumatore finale che sempre di più desidera conoscere il prodotto che acquista, mettendo la sostenibilità come criterio di scelta preferenziale. L’obiettivo di Carapelli è quello di diventare un punto di riferimento per altri progetti futuri, dimostrando quanto sia possibile ‘lavorare bene’ nel pieno rispetto delle persone e dell’ambiente.

La sostenibilità a livello europeo e mondiale
Ma che cos’è esattamente la sostenibilità? Per quanto riguarda l’ambiente, la sostenibilità è il principio guida per tutte quelle iniziative atte a preservare il pianeta così che questo possa rispondere alle necessità sia della nostra generazione che di quelle future. Gli obiettivi della sostenibilità ricercano soluzioni per l’eliminazione della povertà e mettono il benessere umano e la salute al primo posto. La necessità di un approccio sostenibile è stata già sottolineata dalla redazione di importanti documenti, come i Sustainable Development Goals e i protocolli del Patto Verde (Green Deal) della commissione guidata da Von der Leyen. Adesso però è il momento che tutti diano il proprio contributo pratico ed è per questo che Carapelli ha dato vita al suo protocollo di sostenibilità, ispirato proprio alle linee guida fornite dalle Nazioni Unite e promosso a livello nazionale ed europeo, in modo che possa rappresentare un modello di riferimento per la gestione sostenibile delle attività agricole, del frantoio e di tutta la filiera.
Il protocollo di sostenibilità Carapelli
Il protocollo di sostenibilità Carapelli vuole dare un contributo concreto alla realizzazione di un mondo capace di far fronte ai bisogni della generazione presente senza compromettere il benessere di quelle future. Gli argomenti presi in esame sono ovviamente numerosi e spaziano da quelli produttivi a quelli culturali, ponendosi su una prospettiva a lungo termine. L’assunto di base è comunque quello dei valori condivisi che per Carapelli sono principalmente la diffusione della conoscenza, la valorizzazione strutturale del mercato, la ricerca della qualità oltre al riconoscimento dei vantaggi dati da una sana alimentazione.
Il progetto coinvolge tutti gli aspetti e gli attori della filiera produttiva, per uno sviluppo sostenibile e di valore, prevedendo quattro diverse aree di intervento:
- Sostenibilità Sociale: formazione e supporto diretto alle piccole associazioni di coltivatori
- Sostenibilità Economica: definizione di accordi di fornitura a lungo termine per garantire profittabilità delle attività dei coltivatori
- Sostenibilità Ambientale: gestione delle risorse idriche; efficienza energetica e biodiversità; gestione e conservazione del territorio
- Sostenibilità della Qualità: sicurezza alimentare e gestione degli interventi agrochimici

I prodotti Carapelli da produzione sostenibile
Sempre più consumatori ricercano prodotti che si avvicinano al tema della sostenibilità: in questo contesto, il nostro obiettivo è non solo valorizzare la filiera e assicurare un futuro alla stessa, ma anche trasmettere al consumatore finale la consapevolezza e la conoscenza degli sforzi messi in atto per produrre un prodotto che sia di qualità, ma al contempo sostenibile. Per questo, l’impegno di Carapelli all’insegna della sostenibilità si concretizza in una certificazione dell’ente internazionale Intertek, garanzia di valore e di trasparenza per il consumatore finale ed è testimonianza concreta di un impegno strutturale dell’azienda per lo sviluppo della categoria
Il nostro percorso era già stato avviato nel 2020 con focus sulla filiera italiana: l’olio extravergine Carapelli Il Nobile, già testimone del progetto FOOI (filiera olivicola olearia italiana), che presenta infatti una certificazione di sostenibilità applicata alla produzione nazionale.

Da oggi, il progetto si arricchisce con il rilancio di il Frantolio, lo storico olio extravergine d’oliva della gamma Carapelli che rinnova la sua qualità di sempre con il valore della produzione sostenibile certificata e che già si era aggiudicato lo scorso anno il Super Premio del CONAI sulla “Prevenzione – Valorizzare la sostenibilità ambientale degli imballaggi” per la categoria vetro, introducendo sul mercato un nuovo packaging: una bottiglia di vetro scuro che contiene una maggior percentuale di vetro riciclato (fino all’85%).
Il Frantolio e la sua storia di sostenibilità sono anche protagonisti televisivo dell’esclusivo format RAI “Lezioni di etichetta” con uno spot dedicato in onda dal 1 al 24 Aprile. Guardalo qua: Lezioni di Etichetta – Carapelli il Frantolio








L’autunno è il periodo dei grandi profumi, dei colori ardenti. Ed è il periodo in cui prende vita l’olio d’oliva, l’oro verde che su tutte le tavole italiane è da sempre il re indiscusso.
La pulizia delle olive
Gramolatura
L’estrazione
Il filtraggio
Quanti miliardi…
Occhio al cestino di casa!
La qualità della vita. Di tutti.
Il… «pentalogo» di Carapelli
Olio e vino sono da sempre due cardini fondamentali, in Italia, delle tavole quotidiane, ma anche del turismo enogastronomico, oggi in sviluppo esponenziale, grazie a una visione che valorizza e mette al centro del viaggio l’esperienza a tutto tondo del territorio e delle sue espressioni.
E sono migliaia le famiglie, da Nord a Sud dello Stivale, nelle quali può trovare almeno una bottiglia di buon vino e di olio extra vergine d’oliva.
I coltivatori e i produttori di olio e di vino, come dei veri padri, si prendono cura di questi prodotti come fossero “di famiglia”: attenti alla cura della terra, alla natura delle piante, ai cambiamenti metereologici, alle epidemie parassitarie, accompagnano i loro frutti fino alla definitiva trasformazione.
Nel vino come nell’olio le varietà di gusto, di principi nutritivi e di proprietà organolettiche sono tantissime e valorizzarle – nelle loro diversità – è a tutti gli effetti una vera e propria arte.
La vera bellezza, come nell’arte, nella musica, nell’architettura, sta proprio nella irripetibilità di un olio o di un vino: ogni serie di bottiglie ha la sua propria vita, non è mai uguale a un’altra ed ha percorsi diversi.
Con l’arrivo della Primavera sentiamo il naturale bisogno di uscire, di farci abbracciare dai primi raggi di sole, di passeggiare all’aria aperta a contatto con la natura regalandoci quel tocco frizzante che ci rivitalizza.


L’uovo è il simbolo per eccellenza della Pasqua, ed è divenuto oggi principalmente un oggetto decorativo, portando sempre con sé il proprio valore simbolico: nel nostro Paese la festività religiosa che celebra la Resurrezione di Cristo accoglie l’uovo per il suo significato di nascita e di vita, e lo paragona alla pietra che si scosta dal Sepolcro per far strada a Cristo risorto.
Anche la sua funzione di regalo propiziatorio ha radici antichissime: i Persiani lo donavano in segno di benvenuto alla primavera, e come buon augurio per la fecondità, mentre i Romani lo usavano come amuleto per la fertilità dei campi.
L’uovo è anche (e nasce soprattutto come) un alimento tra i più antichi, tra i più diffusi e tra i più apprezzati dalle diete di tutto il mondo.
Basti ricordare alcune delle più diffuse ricette pasquali della penisola: a cominciare dalla semplice e universale proposta dell’uovo sodo, condito con del buon olio d’oliva e poco pepe (l’eleganza e la semplicità sono sempre complici!) Oppure la conosciutissima torta pasqualina (tipicamente ligure, ma oggi disponibile dappertutto e in diverse varianti) che unisce la pasta sfoglia alle bietole con del formaggio e le immancabili uova sempre sode, è un piatto unico molto saporito.
Ma quante sono, sulle tavole e nei pic nic, le frittate con mille varianti (alle erbe, alle verdure, con carne, salumi, patate)? E quante omelette si possono declinare a tavola, dal dolce al salato? Insomma, il sapore dell’uovo è davvero come un «capo spalla» di un guardaroba: si accorda mirabilmente con tutto e cambia il suo stile a seconda di come lo si decide di sfruttare.


La tradizione italiana in ambito di riviste dedicate alla cucina è molto ricca e di vecchissima data: ricette, abitudini ed usanze sono sempre state al centro delle attenzioni del grande pubblico e della più diversa editoria.
A pieno titolo ci piace citare per prima «La cucina italiana”, il più antico mensile di settore e ancora oggi tra i maggiormente letti. Edita a Milano alla fine del 1929, «La cucina italiana» nasce con lo scopo di valorizzare e divulgare le ricette storiche delle diverse regioni.
Gambero Rosso (che è in realtà una casa editrice con moltissime espressioni, non soltanto una rivista) ha intenzioni e un tenore di comunicazione molto diversi rispetto a «La cucina italiana”: nasce come inserto di un quotidiano negli anni Ottanta e deriva il suo nome dalla celebre Osteria citata dal Gatto e la Volpe di Pinocchio.
Finiamo con una segnalazione «di nicchia» che ci piace citare perché rappresenta una visione «premium» e contemporaneamente molto aperta e versatile del mondo della cucina, un po’ come le linee più preziose di Carapelli.