Anche l’occhio vuole la sua parte

“Mangiare con gli occhi” è una sinestesia che appartiene a molti aspetti della quotidianità: certo, quando si parla di cibo è perfetta!

Cucinare qualsiasi pietanza con ingredienti buoni è di per sé un vantaggio, e anche rendere un piatto bello è più facile. Questo capita solo se si conosce quello che si sta cucinando, se lo si rispetta e si valorizza al massimo la materia prima.

Quando ci sediamo a tavola (sia a casa o al ristorante) prima di degustare la pietanza la guardiamo e allo stesso tempo la “ascoltiamo” (sarebbe d’uopo il termine feel inglese, che non trova facile corrispondenza in italiano), ne percepiamo il profumo. Il primo occhio di riguardo (è il caso di dirlo!) nella presentazione di un piatto, va dunque all’ impiattamento.

Prima di comporre il piatto bisogna farsi alcune domande fondamentali per non cadere in errore: il protagonista della ricetta chi è? E dove deve stare? Quali sono i contorni o la salsa d’accompagnamento, in che quantità e dove vanno posizionati?

E soprattutto: sto cucinando un risotto, una vellutata, un arrosto o un dolce? Perché ad ogni pietanza va associata la sua stoviglia: un piatto piano o fondo, una ciotola, una posata e un bicchiere adatti …

Il passo successivo è concentrarsi sulla forma del piatto: piccolo, grande, con o senza la cornice, squadrato o tondeggiante; si può giocare anche sul contrasto o sull’armonia delle forme o dei colori. Si può osare o rimanere sullo stile classico.

Il piatto è come la tela di un pittore, dove il cibo è il soggetto da esaltare e l’abilità d’artista è quella che tocca tutti i sensi.

Gli ingredienti devono convivere e rimanere in equilibrio; il piatto, come la tela, non va riempito troppo perché i vuoti pittorici sono importanti, come i silenzi nella musica.

L’accostamento cromatico va scelto in base a quello che il piatto vuole significare; a volte basta un tocco di colore nel punto giusto.

Spezie, erbe e – immancabile! – olio crudo, rigorosamente extra vergine con le sue venature dorate, sono le rifiniture per definire la personalità del piatto nel gusto e nell’aspetto.

Tornando alla tipologia di stoviglia, anche in questo caso il colpo d’occhio non è da sottovalutare.

Uno chef non può esimersi dalla teoria dei colori: se normalmente abbiamo porcellane bianche potremmo avere a disposizione ardesie dal colore scuro, o piatti di materiali dai riflessi cangianti, colorati oppure bellissime ceramiche decorate, magari anche in base alle più diverse icone tradizionali o di design.

E il lavoro allora è ancor più difficile: far stare in equilibrio la bellezza del cibo e l’originalità della stoviglia non è certo semplice!

Il protagonista può essere impiattato centralmente o decentrato oppure si può decidere di creare addirittura un percorso e isolarlo in un’area circoscritta del desco.

Come nel disegno, inoltre, comandano simmetrie e diagonali. E pensare che tutto, in pochi minuti, viene poi ridotto a pezzi e (si spera!) gustato … senza pietà!

Come in ogni arte che si rispetti, l’esperienza e gli attrezzi del mestiere fanno la differenza: timer e pinze alla mano, grande allenamento nella vera palestra di casa: la cucina.

Via le sbavature, un’ultima occhiata e «chi è di scena»!

«Ricette» di bellezza dalla nostra cucina

Uno degli ingredienti più preziosi per le sue proprietà nutraceutiche, e che nella nostra cucina non può mai mancare, è l’olio di oliva. Per la bellezza fai da te, diventa il perfetto elemento amalgamante.

Per la pelle del viso, ad esempio, possiamo creare la nostra maschera detergente semplicemente con un tuorlo d’uovo e l’olio di oliva.

Per la preparazione, si mischia un rosso d’uovo ben fresco con un cucchiaio di olio d’oliva. Si applica stendendo la preparazione sul volto, e dopo averla lasciata in posa per minimo 20 minuti, si toglie sciacquando con acqua tiepida.

Ultimo tocco è quello dell’acqua di rosa, e il nostro viso risplenderà.

L’arancia può contribuire a far distendere qualche ruga di troppo nel nostro viso.

Come? Dopo aver gustato questo frutto, ricco di vitamina C, mettiamo da parte la polpa di una mezza arancia di medie dimensioni.

Concediamoci un momento di relax, distendiamoci sul letto ed applichiamo la polpa d’arancia su viso e collo.

Aspettiamo, anche in questo caso, 20 minuti e la toglieremo con una spugnetta e acqua tiepida.

Infine, un’ultima possibilità è quella di esplorare le varie tipologie di scrub fatti in casa.

Sono piccoli gesti, nella nostra quotidianità, che ci invitano a rallentare un attimo e ad agire per eliminare dal viso e dal corpo le cellule morte dello strato più superficiale della nostra pelle.

È così che liberiamo i pori, favoriamo la formazione di nuovi strati di pelle con cellule giovani, facendo in modo che la pelle opaca e secca diventi solo un ricordo.

Da provare, per una pelle luminosa e rinvigorita, lo scrub esfoliante al sale e all’olio di oliva.

I due ingredienti si mescolano in una ciotola, fino ad ottenere un impasto cremoso e uniforme.

È adatto per il corpo, dove si lascia una decina di minuti, massaggiando con grande delicatezza per evitare di irritare la pelle.

Si toglie poi lavando la parte interessata solamente con acqua fresca. Stessa ricetta per il viso (ma con lo zucchero al posto del sale) e l’accortezza di evitare il contorno occhi.

Giugno come preparare la pelle per l’estate

Dopo un Maggio in cui la pioggia l’ha fatta da padrone, si iniziano ad intravedere i primi segni dell’avvicinarsi dell’estate ed il Sole ha iniziato a scaldare le nostre giornate.

Il nostro corpo è il primo che ne vuole trarre beneficio e sembra quasi che la pelle voglia bere la luce e lasciarsi inebriare dalla bella stagione.

Lasciamoci, quindi, trasportare da questa voglia di estate, aiutando la nostra pelle ad accogliere l’amico sole.

I colori, brillanti e intensi, dell’alimentazione estiva possono guidarci facilmente verso ciò che ci serve per preparare la nostra pelle ai raggi solari.

In particolare, i frutti dell’orto di colore rosso stimolano il microcircolo e, in più, favoriscono l’elasticità dei vasi sanguigni. Senza trascurare che sono semplicemente buonissimi.

Possiamo iniziare a dare nutrimento alla nostra pelle già dalla colazione con uno yoghurt abbinato a lamponi e more, entrambi rossi e che in questo periodo abbondano nei nostri giardini.

Verdura, cereali integrali, e olio extra vergine di oliva a crudo sono i nostri assi nella manica.

Se poi vogliamo accentuare il rosso, sempre ricco di sostanze che aiutano la nostra pelle, non può mancare la barbabietola, poiché lo contiene sia nelle radici che si trovano comodamente già pronte sottovuoto, che nelle foglie che non vanno assolutamente buttate via.

Se le acquistate fresche, scegliete le barbabietole con le foglie non mozzate: lesse e condite con olio extra vergine sono buonissime, e vedrete il rosso abbondare anche nell’acqua di cottura.

Se, invece, preferiamo uno snack più veloce, magari quando siamo a lavoro, allora. le mandorle fanno al caso nostro: una decina al giorno, ci aiuteranno a conservare la giusta concentrazione di acidi grassi della pelle.

Anche le baby carote, già pronte all’uso in mini-sacchetti, sono ideali per lo spuntino poiché contengono in abbondanza il betacarotene di cui la nostra pelle ha tanto bisogno.

Sarò proprio questo elemento, contenuto non solo nelle carote ma in tutta la frutta e verdura di colore arancione, a far fissare l’abbronzatura sulla nostra pelle che deve sempre esporsi alla luce dell’estate con una adeguata protezione solare.

Il mare e l’olio. Un matrimonio di gusto e di salute

Arriva il caldo, si pensa al mare e subito il pesce la fa da padrone sulle tavole italiane. Ed è una gran fortuna, perché il pesce – in tutte le più diverse specie – è un vero tesoro di salute, di gusto, di proprietà benefiche.

Le proteine che mette a disposizione sono molto più assimilabili e salutari rispetto a quelle di tutti i tipi di carne; inoltre il pesce è in generale molto ricco di omega 3 e di acidi grassi «a catena lunga», dei toccasana nella prevenzione delle patologie cardiovascolari e di quelle nervose.

Il consiglio ormai universale è quello di consumarlo (e non solo in estate!) dalle 3 alle 4 volte alla settimana e di sceglierlo sempre fresco, mangiandolo appena acquistato.

Il pesce azzurro è quello privilegiato, non soltanto per le proprietà nutrizionali, ma anche perché – nuotando in relativa profondità – trova generalmente un habitat più sano e restituisce migliori qualità.

Tantissime sono le ricette per valorizzare il pesce ed esaltarne i sapori. Noi che siamo amanti della semplicità, suggeriamo come primissima cosa la classica cottura al forno e il condimento dell’immancabile olio extra vergine d’oliva. La linearità non stufa mai, così come la qualità.

Ma come parlare d’estate, di vacanze, di cene in compagnia senza un bel piatto di fritto?

E come coniugare l’importante ruolo «salutare» del pesce con la … «demoniaca» abitudine di friggere?

Ebbene, per una buona frittura di pesce è ancora una volta l’olio d’oliva a venirci incontro, e a superare per le sue proprietà, anche (e soprattutto) ad alte temperature, l’olio di semi.

Gli antiossidanti (i fenoli) e gli antinfiammatori (gli omega 3) si combinano nell’atto della frittura (le componenti lipidiche dell’olio passano al pesce e viceversa) e insieme potenziano i loro effetti nutrienti e soprattutto le loro azioni di contrasto nei confronti dei processi ossidativo-infiammatori. L’olio d’oliva ha tra l’altro un punto di fumo parecchio più alto degli oli di semi (210°), dunque la scomposizione che, con il calore, provoca l’emissione di sostanze nocive per l’olio d’oliva capita molto più raramente e con molta più fatica rispetto agli altri oli.

Niente paura, dunque, a friggere (con moderazione, naturalmente) e a godersi il croccante rivestimento pastellato.
Un ultimo consiglio: l’uso del limone con il pesce non è soltanto un «vezzo» per il gusto, ma aiuta e rinforza l’unione delle molecole benefiche, rendendo il potere nutrizionale ancora più efficace.

Agosto a tavola: che bellezza!

La stagione è calda, la vacanza scorre tranquillamente e i momenti conviviali della cena valgono più per l’aspetto della socialità che per le varie (e spesso ingombranti!) consumazioni.

Se agosto è il mese rovente di ogni estate e se le abbuffate che spesso si bramano sono quelle di insalate variopinte, di frutta fresca e dissetante, di verdure crude saporite e naturali, allora anche essere accolti da una … tavola ornata di freschezza rende ancora più piacevole una cena con amici o una serata diversa in famiglia!

Vediamo insieme degli esempi di allegre soluzioni estive!

Profumi e colori d’estate!

Scendiamo in giardino e accostiamoci all’angolo delle spezie … l’estate è generosa di tantissime piante profumate che servono sicuramente a cucinare meglio ma – perché no – anche ad arricchire una tavola di colori «al naturale»! Muniamoci di vasetti di vetro o di metallo in stile rustico e stacchiamo pochi rametti dalle piante di alloro, di basilico, di origano, di salvia, verbena, ginepro erba cipollina e citronella.

Leghiamo insieme i rametti e adagiamoli nei vasi, decorando le piccole confezioni con leggeri nastri di stoffa del colore dei fiori o delle foglie … già perché l’alloro fiorito fa dei bellissimi boccioli gialli, la verbena e la salvia hanno fiorellini tra il viola e il lilla, il ginepro ha delle robustissime bacche blu scuro, il rosmarino ha i fiori piccoli e celesti come i «non ti scordar di me» e l’erba cipollina fa uscire dei soffici batuffoli violetti.
Una tavola disseminata di profumi e colori tiene allegri i commensali, allontana gli insetti e … scatena l’appetito anche d’agosto!

Ricic(l)oloro!

Non servono grandi spese, lavori raffinati o lussuosi materiali perché una tavola estiva sia … felice!
Buone pietanze (e naturali, come l’olio extra vergine d’oliva – ca va sans dire), tanta fantasia e rispetto per l’ambiente aiutano a creare un ambiente piacevole e … consapevole!
Un po’ di spago grezzo, qualche bottiglia di vetro trasparente vuota (quante ne abbiamo in casa? La passata di pomodoro, il latte, l’acqua, il vino…) e fiori di campo, i più semplici e spontanei che troviamo: e la missione è compiuta! Un’accoglienza naturale, di gusto e d’altri tempi: un po’ come i nostri oli!

Una succosa piramide!

Per questa … «fruttifera impresa» ci vuole un po’ di pazienza, un po’ di manualità, qualche piccola spesa di buona frutta (non così onerosa!) e la grande figura è assicurata, oltre che la grande soddisfazione per il palato e la golosità estiva!

Acquistiamo un foglio di ampia misura di rete metallica rigida a maglie strette e disponiamolo a cono, con piccole ali esterne che tengano in equilibrio la base al tavolo. Rivestiamolo di carta per alimenti grezza e spessa (quella che si usa solitamente per avvolgere i fritti). Stuzzicadenti e spiedi di legno delle più varie misure sono la nostra «arma segreta», insieme a un po’ di corda grezza e a qualche filo di erba cipollina per decorare l’esterno.

Con molta pazienza fissiamo ogni frutto alla struttura, cominciando dalla base con i frutti più pesanti e sicuri, assicurandoci che stiano in equilibrio e che non vengano rovinati nella polpa: banane, mele, agrumi sono un buon inizio! Uva, pesche, albicocche e kiwi possono proseguire la «costruzione» giocando tra gli incastri con i frutti più pesanti. Infine qualche fragola e qualche ciliegia possono completare l’opera, purché con mano ferma per piccoli stuzzicadenti, da inserire con grande perizia. La … cima all’ananas è solo per veri professionisti: noi possiamo accontentarci anche di un semplice tris di banane o tre grappoli d’uva spioventi.

Ad alleggerire la scultura, qualche fascio d’erba cipollina che si diparte dal centro dando un po’ di movimento visivo alla … succosa costruzione!

Un buon inizio parte da buoni consigli!

Le vacanze di Natale giungono al termine, con la consueta lenta e rassicurante serenità. Le giornate passate in famiglia e con gli amici ci riempiono d’affetto e rigenerano l’anima, mentre il corpo si rimpinza di leccornie.

Se per l’anima l’unico consiglio saggio è quello di tenerla quanto più piena d’affetto e di gioia condivisa, al fisico (dentro e fuori!) bastano davvero pochi giorni di attenzione per inserire di nuovo la marcia giusta e ripartire alla volta di un nuovo anno all’insegna del benessere e del gusto.

Qualità, rispetto della natura e un briciolo di creatività sono i capisaldi dei pochi consigli di Carapelli per un inizio anno rigenerante.

Quanto l’olio aiuti la pelle e la bellezza abbiamo già raccontato molto in articoli precedenti; affidiamoci ora ad altri alimenti (rigorosamente naturali e di qualità e un po’ diversi dai «soliti» rimedi) per recuperare la stanchezza della pelle di viso e corpo e dei capelli, che da giorni godono di ben poco sole ed ossigeno e che fanno fronte anche al cambiamento di ritmo e di alimentazione imposto dal periodo natalizio.

Per la pelle del viso e del corpo un trattamento efficace e poco aggressivo è composto da polvere di ceci, acqua di rose e latte scremato.

I ceci in polvere, emulsionati con un po’ d’acqua di rose e un cucchiaino di latte (gli amanti dell’esotico possono aggiungerci un po’ di curcuma o zenzero, sempre polverizzati) formano un amalgama omogeneo che si può spalmare su viso e corpo e massaggiare con delicatezza. Anche le pelli più difficili e grasse ne vengono rinvigorite e rinfrescate.

Per i capelli torna il nostro olio extravergine d’oliva insieme al miele: mescolando 3 cucchiai d’olio con uno di miele si ottiene una maschera morbida e profumata. Dopo averla lasciata riposare una giornata intera, la si spalma sulla chioma e la si lascia riposare una ventina di minuti. Dopo il risciacquo i capelli avranno immediatamente elasticità, corpo e lucidità.

Anche per il metabolismo sono pochi gli accorgimenti necessari: innanzitutto è opportuno sostituire per cinque o sette giorni i più classici farinacei (dal pane alla pasta, fino ai biscotti e ai dolci) con alimenti fonte di cereali grezzi come orzo, miglio, farro.

E contemporaneamente è bene assumere molti cibi liquidi, meglio se caldi, e vegetali crudi. Una buona norma (e non solo dopo le vacanze!) è iniziare ogni pasto con della verdura fresca, tralasciando il sale aggiunto, e sostituire la carne con il pesce o con piccole quantità di formaggio fresco.

Chiudere il pasto con la verdura cotta e intervallare mattine e pomeriggio con centrifughe di frutta o di verdura, infine, rimettono a posto stomaco, intestino e in generale il metabolismo tutto.

Il Design italiano in cucina. Una scelta di qualità

L’Italia è da sempre acclamata ovunque per la sua creatività e per il design di ineguagliabile raffinatezza e originalità. Sempre di più l’aspetto estetico procede insieme – e in modo funzionale – all’innovazione e alla tecnologia: i frutti di queste ricerche sono spesso oggetti o arredi pluripremiati e riconosciuti a livello planetario.

Il design italiano è apprezzato e ospitato nei migliori musei d’arte contemporanea, da Londra a New York, fino in estremo Oriente e non è un caso che anche in Italia si svolga la Giornata del Design italiano nel mondo, con base a Milano (quest’anno alla sua seconda edizione) e declinata contemporaneamente in 100 città sparse su ogni continente.
A noi di Carapelli – che da sempre abbiamo come mission quella di unire expertise, eleganza, innovazione e qualità – piace tenerci aggiornati sulle proposte e «scartabellare» nel design italiano, con particolare attenzione (naturalmente!) alla cucina.

Eccoci, dunque, con alcuni «consigli in pillole». Nessuna pretesa di esaustività o di verità assolute. Piuttosto: scelte di stile e di gusto, un po’ come si fa leggendo il menù di un buon ristorante!

Qualità delle materie prime

Tra i sistemi di cottura che risaltano l’innovazione e il Made in Italy, la linea di pentole Artusi 2.0, disegnata dall’italianissimo Antonio Citterio e vincitrice del German Design Award 2017, ci è sembrata particolarmente in linea con le nostre scelte. Coniuga una tradizionale e pulita linearità con la praticità (fondamentale nelle cucine italiane!) e ci piacciono molto i materiali di cui la batteria è composta: alluminio, rame, acciaio e ghisa sono davvero perfetti per cucinare bene!

Tradizione e innovazione

Alessi – un marchio italiano esemplare che negli anni ha visto i suoi oggetti più volte esposti al MoMa di New York – chiama a sé designer di tutto il mondo. Tra le centinaia di proposte, ci piace fermarci sul miscelatore Swan di Mario Trimarchi, che ha vinto il Good Design Award di Chicago nel 2017. Un oggetto non sicuramente tra i più noti dell’autorevole brand (ma si sa, a noi piace cercare bene!) che ci colpisce anche perché affine alla nostra cifra stilistica: ha, nelle forme, la classicità dell’antico dipinto e, insieme, essenzialità e fascino. L’innovazione e la ricerca sono suoi evidenti aspetti fondamentali (un press pad per l’accensione da remoto e una spazzola estraibile) proprio come nei nostri oli.

Bellezza, tecnologia e benessere

Siamo rimasti incantati vedendo Shining (Elica), una cappa aspirante disegnata da Fabrizio Crisà che ha la forma di una imponente lampada bombata, dal design sicuro ed accattivante: un classico che si sposa bene con ogni arredamento si scelga per propria la cucina. Oltre all’ampia luce con il cerchio a led, è notevole lo studio tecnologico che vi è alla base: Shining consente una serie di comodi automatismi, rileva tipologia e quantità dei vapori e monitora e migliora il contenuto dell’aria.

La qualità, la tradizione, l’innovazione e la bellezza viaggiano a braccetto, se veramente si cerca l’eccellenza: che si parli di arredi, di oggetti, di architettura, il design di pregio – come spesso è quello italiano – è la più immediata e funzionale espressione artistica che le raccoglie e le valorizza tutte.

Il cake design in Italia

Oggi la decorazione delle torte è una vera e propria arte a tutti gli effetti. La precisione dei disegni, la varietà dei colori e la fantasia delle forme sono al centro di gare internazionali oltre che compiti tra i più difficili commissionati nelle cucine più esigenti.

Nell’epoca in cui il food ha una ritualità divenuta ormai un fenomeno di cultura e costume e richiede capacità di ottimo livello, anche l’alta pasticceria ha declinato in tante direzioni le proprie esigenze.
La semplicità degli ingredienti richiesti per l’arte decorativa delle torte valorizza ulteriormente le capacità e la fantasia del designer, che spesso con la «pasta di zucchero» (o fondente di zucchero) o la «ghiaccia reale» compone sculture, decorazioni, architetture degne dei migliori atelier.
La «pasta di zucchero» è un composto di zucchero a velo, colla di pesce, glucosio e acqua ed è utile alle grandi superfici; la «ghiaccia reale» è normalmente composta da zucchero a velo ed albumi d’uovo al naturale o aggiunto di coloranti alimentari e serve per i particolari relativamente piccoli con i quali rifinire le decorazioni più esterne.

Qualche notizia…

Attività nata negli Stati Uniti già verso la fine del diciannovesimo secolo – l’America è un paese molto attento alla fastosità delle cerimonie pubbliche e delle celebrazioni – oggi il cake design è oggetto di scuole, di laboratori, di professioni di alto livello anche in Italia.
L’utilizzo dei forni ad alta tecnologia e controllo, la possibilità di utilizzare diversi aiuti meccanici ed elettronici per comporre i diversi elementi oggi alza molto il livello della precisione e della duttilità del cake design.
E in Italia, terra festivaliera per eccellenza, non potevano mancare i campionati di pasticceria, decine di manifestazioni regionali dedicate alla decorazione e agli «stilisti» delle torte, contest, concorsi, tutorial e riviste.

Alcuni artisti del cake design

Uno dei nomi attualmente più autorevoli del cake design nel nostro paese è Giada Farina, regina delle wedding cakes, tra le prime in Italia ad aprire un laboratorio di cake design e tutt’oggi madrina delle decorazioni nel nome dell’arte e dell’eleganza.

Anche Giusy Verni, pugliese specializzatasi in America e grande artista dei cupcake e della cura dei dettagli, è tra le designer più apprezzate per l’originalità dei colori e la fantasia sempre alla ricerca di innovazioni cromatiche. Nominata «regina del cake design» anche dalla popolare blogger Chiara Ferragni.

Olio e cosmesi

L’olio d’oliva è universalmente noto per le sue proprietà in cucina e sulle tavole imbandite. I suoi benefici sono anche spesso rivolti alla cura della pelle e del corpo: un uso meno plateale (non per questo meno importante) e altrettanto antico. Già nella mitologia Greca, infatti, l’olio d’oliva è raccontato come quell’unguento divino che Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza, si fa spalmare sul corpo perché esso diventi più morbido e profumato.

E ancora oggi l’olio in generale (e più specificamente quello d’oliva) rimane una componente importante della cosmesi: le sue parti non saponificabili sono quelle più utili per i tessuti della pelle, i suoi grassi hanno le stesse molecole che compongono il naturale sebo del nostro derma e l’acido oleico, insieme a vitamine e minerali, agisce sulla pelle come potente anti infiammatorio.

Ecco dunque che l’olio d’oliva (e ancor meglio quello extra vergine) viene spesso consigliato – puro, diluito o mescolato con altre sostanze naturali – per migliorare l’aspetto della pelle.

Essa, se trattata con olio d’oliva, diviene più compatta, morbida, vellutata: se si vogliono distendere le rughe, se si ha bisogno di lenire una scottatura, un’abrasione, una dermatite, una screpolatura o delle smagliature, nulla è più prezioso dell’olio.

L’olio protegge dalla luce e le vitamine e gli acidi grassi in esso contenuti aiutano la formazione del collagene, favoriscono la rigenerazione delle cellule, agiscono sia sullo strato profondo sia sul livello superficiale dell’epidermide e limitano le perdite d’acqua, fungendo da idratante naturale.

Anche per i massaggi – in particolare quelli contro la cellulite – l’olio d’oliva è provvidenziale: la sua capacità di unirsi anche ai tessuti più profondi, aiuta la redistribuzione delle parti adipose e l’eliminazione cellulare dell’acqua in eccesso.

Il nettare d’oliva, dunque, è un alleato prezioso per il benessere e non soddisfa solo il palato e l’estetica. È un alimento benefico per la salute alimentare e per lenire gli effetti dello stress a livello superficiale agendo sulle proprietà della pelle e dei tessuti.

Curiosità per l’uso quotidiano

L’olio d’oliva quando viene»sposato» ad altre componenti naturali può intensificare i propri benefici ed esaltare le sue stesse proprietà. Per esempio, mescolandolo con della polvere d’argilla verde o con delle alghe essiccate esso diventa un ottimo anti tossine per la pelle, aumentando le sue facoltà lenitive e purificanti.

L’extra vergine combinato invece a farina di frutta essiccata, olio di semi e zucchero compone una perfetta miscela scrub per il viso e per il corpo: ad essere esaltata in questo caso è la proprietà idratante dell’olio d’oliva, che ammorbidisce l’effetto levigante dello scrub, rendendolo meno aggressivo e impedisce la disidratazione.